Cabiate, 29/03/2023
Riflessioni.
Patrick mi è rimasto dentro.
27. Ventisette.
Oggi mi hanno riferito via WhatsApp che è stato trasferito in un campo profughi UNHCR vicino a Kasulu, sempre in Tanzania.
Ha la mia e-mail e spero mi scriva presto.
Ho preso nel frattempo contatti con la Comunità di Sant’Egidio a Roma per avere delle informazioni sulle procedure che si devono attivare per la richiesta di asilo politico. In questo caso penso di non avere alcun tentennamento nel cercare di aiutarlo.
Quando ho lasciato Kigoma il Vescovo Mlola mi ha informato che il prossimo Maggio sarà in Italia per una riunione con Papa Francesco e poi verrà a Cabiate. Sono davvero contento e farò in modo che abbia una degna accoglienza. Vorrei fargli concelebrare una Santa Messa nei boschi cabiatesi. Vi terrò informati.
Il mio appello per le borse di studio ai due orfani del Sanganiwa non ha raggiunto il suo obiettivo finale: per ora ringrazio Tiziana con Nevio, Linda, Nicoletta, Gabriella con Giovanni e Marina.
Spero che qualcuno nel periodo pasquale, spinto da spirito solidale, possa colmare ciò che manca con una donazione a Punto a Capo con la dicitura:
Donazione Liberale per Borse di studio a due orfani del Sanganiwa.
Indicazioni per il bonifico:
Punto a Capo ODV
Intesasanpaolo - Piazza Ferrari, 10 - Milano
IBAN IT46K0306909606100000072498
( tutti i dati sono reperibili comunque sul sito: www.puntoacapoassociazione.org
Sono orfani e con problemi fisici. Mi stanno molto a cuore.
Ricordo che Punto a Capo può rilasciare una dichiarazione che permette la detrazione fiscale dell’importo versato.
Sulla via del ritorno mi sono fermato al Cairo tre giorni.
Sono stato ospite dei salesiani e ho rivissuto l’oratorio. Il venerdì sera, giorno festivo in Egitto, circa 250 ragazzi chiassosamente si divertivano nell’immenso piazzale della scuola Don Bosco giocando a calcio, pallavolo, basket, calcio balilla, salto della corda.
Ping pong: io contro un egiziano quarantenne. 20 a 20 e poi…zac zac. Ha vinto l’Italia.
Visita alle piramidi di Giza, alla periferia del Cairo: imponenti, grandiose, interessanti, affascinanti. La Sfinge.Il Museo delle Mummie merita una visita, con Nefertiti e Ramses II.E anche il mercato Khan el-Khalili.
Dopo il pollo-pollaio ho ritrovato i miei sapori italici. Questa volta li ho davvero intensamente assaporati, non solo con le papille gustative ma anche coi neuroni del cervello.
Gorgonzola, cremoso e spalmato sui Bibanesi. Pizza napoli, con le briose alici. Spaghetti al ragù, quasi al dente tnx Lorena, e con il formaggio grana che mai può mancare. Vino, ragazzi, vino, Chianti, leggero e simpatico. Una bella scodella di caffelatte con fette biscottate e marmellata alla pesca senza zuccheri. Le Golia ( mio zio Sergio mi diceva: “Come facevi a individuare dove tuo papà Carletto aveva visto la partita dell’Inter a San Siro? Guardavi dove c’erano le carte verdi delle Golia, a centinaia…ahahah). Un creme caramel Elah su cui ho sbriciolato degli amaretti. Un nodino di vitello con un uovo all’occhio di bue. L’insalata russa e le lasagne della rosticceria di Mariano. Crespelle al prosciutto cotto. Gnocchi al pesto. Niente riso, please. Una birra gelata ( a Kigoma solo a temperatura ambiente e con sapore al limone). Un cannoncino, uno, del Rovagnati, con la sfoglia croccante e bruciacchiata. Un gelato fiordilatte e nocciola, bacio non c’era, degustato a Meda perché a Cabiate, cara Camilla, ancora non c’è una gelateria.
Ho masticato, triturato, deglutito il tutto piano piano. Rimurginato le assenze tanzaniane. Italia dei sapori, sei unica e ti amo.
Ah, devo ammettere che al Ristorante Cape Town di Zanzibar ho mangiato un antipasto di pesce, gamberetti freschi gratinati, veramente piattino super.
Tante cose vissute. La spiaggia di Nungwi. Lo sterrato per andare a Kahama. I rifugiati. Gli orfani. I ragazzi di Janda e Newman. Le assenze di noi e lei, la piccola, tatuata M. La Messa col regalo divino del perdono. La giornata con Ladislao sulle rive del lago Tanganika e le risate incessanti. Le due taxi-moto, please slow, i’ m a seventy year old. Gli estenuanti acquisti al mercato rionale con Kenneth e Yousef per le cene al Sanganiwa e alla scuola Newman. Scossoni sulle strade e paura per i miei reni coi calcoli di ossalato di calcio pronti a scendere dai calicetti. Una capra come regalo. I canti. Le vallate. Le persone che camminano ai cigli delle strade. La legna trasportata sulle biciclette. I sorrisi disarmanti e i malinconici silenzi. Il piacere di ricevere i messaggi dall’Italia che testimoniavano la vicinanza di alcuni di voi, che ringrazio davvero tanto. Il taglio dei capelli. La sete perpetua. Le suore premurose. La consolidata amicizia con Padre Evaristo. Il nascondersi del sole al tramonto dietro le nubi a forma di elefante.
Tanto vissuto. Tanto.
Ma la visita ai ragazzi del centro per diversamente abili vicino al Kabanga Hospital, con lo reclusione forzata degli albini e l’incontro con Janine, mi hanno veramente provocato una intensa commozione e evidenziato tutta la mia debolezza e impossibilità. I tuoi piedini. Schiaffo violento alla mia magnifica quotidianità.
“Batti batti le manine
che arriverà papà,
che porta i biscottini
ai poveri bambini
che stanno all’ospedale,
l’ospedale sta laggiù
dagli un calcio e buttalo giù.”
Buona Pasqua.
Maurizio |